mercoledì 9 aprile 2014

Sister



La news del giorno, pubblicata sulla rivista telematica dell’Agenzia delle Entrate, si chiama: Sister.
Che cos’è?
Semplice, è il nuovo servizio telematico dell’Agenzia che consentirà di consultare le banche dati di pubblicità immobiliare, le planimetrie e gli estratti di mappa, e di effettuare ricerche catastali e ispezioni ipotecarie, permettendo di presentare online, ai competenti uffici provinciali, i documenti obbligatori in caso di accatastamenti, ampliamenti, divisioni, ristrutturazioni etc., necessari per l’aggiornamento della situazione immobiliare. Il tutto per la modica somma di 200,00 euro di attivazione dell’abbonamento telematico, oltre a 30,00 euro per ogni password di accesso; e sempre che si sia già preventivamente in possesso di una firma digitale, la qual cosa – come noto – comporta ulteriori costi. L’Agenzia si affretta, peraltro, a precisare che i cittadini, se previamente abilitati ai servizi Entratel e Fisconline, possono richiedere gratuitamente il servizio, anche se solo per ciò che attiene le visure concernenti i propri immobili.
Ma, cari utenti ottuagenari, proprietari di alcuni ettari di campagna brulla in comune di Gonnoscodina, nell’antica Marmilla (reddito domenicale: euro 7,65 – reddito agrario: non pervenuto), voi, che non conoscete il significato etimologico del termine “computer” (figurarsi usarlo, iscriversi ai servizi telematici e chissà che altro), niente paura: sopportando le spese sopra indicate (nonché quelle per ricevere i primi rudimenti d’informatica), potrete verificare se quel rinnegato di vostro genero, dopo avervi inguaiato l’unica figlia femmina, si è pure improvvidamente indebitato, facendo iscrivere a garanzia un’ipoteca sul disgraziatissimo appezzamento di terreno, che continuate a maledire dal giorno in cui avete accettato l’eredita del vostro prozio, senza beneficio d’inventario.
Ovviamente, l’esempio è paradossale. Ma cosa c’è, invero, di più paradossale di un Fisco che approfitta di alcune vigenti inderogabili obbligatorie norme di legge, per incamerare a spese dei contribuenti i denari occorrenti al pagamento dei servizi forniti da terze entità pseudo-pubbliche, da lui stesso, prima appositamente incaricate?
Si dice che, in Italia, il nostro Belpaese (inteso come nick patriottico, non come quel vecchio formaggio, oramai fuori moda), non vi sia una cultura civica: condivido; però, forse, quelle teste d’uovo à la coque che governano dovrebbero domandarsene il perché. A questo punto, dopo anni e anni di turpitudini commesse pro domo eius atque contra populum, anche un venusiano se lo sarebbe già chiesto.
D’altronde, in epoca di “grandi fratelli”, una “sister” ci può pure stare: se no, poi, come la mettiamo con le “quote rosa”?

Nessun commento:

Posta un commento