“Al professionista è consentita la prestazione gratuita
della sua attività professionale per i motivi più vari che possono consistere
nell'affectio, nella benevolentia, o in considerazioni di ordine sociale o di
convenienza, anche con riguardo a un personale e indiretto vantaggio.”
La pronuncia è datata ma pare opportuno rinfrescare la
memoria a qualche valente funzionario che continua a basare i suoi accertamenti
sintetici sulla presunzione che un professionista il quale effettui una
prestazione gratuita, sia necessariamente un evasore. Se la legge prevede la
presenza di altri indizi gravi, precisi e concordanti, qualche ragione ci deve
pur essere.
Mi sembra che, specie in tempi di crisi come quelli attuali,
scoraggiare anche quei pochi che possono e vogliono far del bene,
costringendoli, dopo aver lavorato gratuitamente, a dover pure pagare un
commercialista per difendersi in sede contenziosa, non sia la maniera migliore
per andare incontro ai problemi di tutti i cittadini (soprattutto di quelli
che, giustamente, pretendono l’obbedienza fiscale di ogni categoria).
Eh… la presunzione… davvero una brutta bestia…
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