Il POS (acronimo di Point Of Sale, ossia punto di vendita) è
quell’aggeggio di plastica oramai ben noto, che gli utenti ricercano spasmodicamente
in negozi e ristoranti, ma, nel contempo, un po’ anche temono perché, statistiche
alla mano, oltre a un classico 10% di casi in cui “Non c’è linea!”, si aggiunge
un ulteriore 5% concernente indecifrabili messaggi di errore che impediscono di
effettuare le transazioni, ingenerando cupi pensieri nel proprietario della
carta: “Come è possibile? Ho appena pagato la spesa al supermercato. Soldi ce
ne dovrebbero essere a sufficienza. Non è che mi hanno clonato la carta?”
Il governo, peraltro, reputa il POS essere uno dei migliori
ed efficaci strumenti anti-evasione. E, dopo aver imposto il divieto di
effettuare pagamenti per contanti, anche rateali, se l’importo complessivo è
pari o superiore a mille euro (e, di fatto, obbligato le banche a ritirare dal
commercio le banconote da 200 e 500 euro – che, in effetti, non avevano ab
initio ragion d’essere), con il fantasioso – quanto meno nel nome – Decreto
Salva Italia ha prescritto che:
“A decorrere dal 1° gennaio 2014, i soggetti che effettuano
l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche
professionali, sono tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso
carte di debito.”
Dunque, rebus sic stantibus, tutti (ma proprio tutti) coloro
i quali vendono beni o prestano servizi avrebbero dovuto dotarsi entro il 31
dicembre del 2013 dell’aggeggio infernale.
L’evasione si combatte con il POS?
A noi pare, semmai, il contrario: tutte queste norme, a parte
foraggiare le banche (a chi vanno le commissioni su ogni singola transazione?),
finiscono a conti fatti solo con l’incentivare l’uso dei contanti e il “nero”.
Non possiamo, oltre tutto, fare a meno di evidenziare quanto
segue:
-
Le
evasioni che “contano” sono altre (e sono ben conosciute), e sarebbe sicuramente
più opportuno indirizzare sforzi normativi e finanziari in tali differenti direzioni.
-
È
perlomeno presuntuoso pensare di imporre per legge a tutta la nazione strumenti
tecnologici, quando l’Italia è l’ultimo tra i paesi industrializzati ad avere
delle strutture che lo consentano: non solo non esiste la banda larga salvo
rarissimi luoghi, ma persino le città non sono coperte dal WIFI (figurarsi i
paesini di montagna), e anzi spesso non si riesce nemmeno ad “avere campo” per
effettuare una semplice telefonata col cellulare, e pure le linee telefoniche
non coprono ancora integralmente il territorio. Come diavolo potrebbero mai
funzionare i POS? Salvo non si tratti di una norma valevole solo in alcuni
comuni. Sarebbe come fare una legge che imponga, che so, di spedire le lettere
esclusivamente tramite posta elettronica, facendo finta di non sapere che non
tutti hanno un indirizzo mail: prima devi fare in modo che ciascuno abbia la sua
mail e poi, semmai, puoi ipotizzare di promulgare un provvedimento simile.
Immaginiamo il ministro dell’economia che si reca in vacanza
nella Valle del Bitto, attraversa Polesina (33 abitanti incluso uno sventurato
che vende il pane), acquista un paio di rosette e pretende di pagare con la
carta di debito:
-
Poche
storie: qui non si vende a debito; tiri fuori i soldi se no vado a chiamare il
vigile, che è pure sindaco e segretario comunale.
Ovviamente, cari amici di Polesina, absit iniuria verbis; da
parte di chi scrive, massimo rispetto verso tutti voi.
Dall’alto del Monte-Olimpo-Citorio, i nostri prepensionati di
lusso continuano boriosamente a pretendere di imporre norme a una nazione e a un
popolo che non conoscono (o, quanto meno, così dimostrano). Vero è che la
lungimiranza e la conoscenza del territorio non sono mai state qualità proprie
del legislatore (meglio usare il termine generico, così non diffamiamo
nessuno); d’altronde, evidentemente ci sbagliamo: non si tratta di doti
fondamentali per chi ricopre tali cariche; ciò che serve è a quanto pare ben
altro.
Ciononostante, la domanda sorge spontanea: Cui prodest?
Davvero, l’intento della legge è solo quello di combattere l’evasione? E, ammesso
e non concesso, che sia così: possibile che per farlo occorra predisporre una
normativa che vada ad aumentare gli utili proprio di quelle lobby bancarie che,
quanto a evasione, con le loro joint-venture internazionali e quei loro oggetti
non meglio identificati chiamate fondazioni, possono insegnare i trucchi del
mestiere al mondo intero? Beninteso, non lo diciamo noi, lo riportano gli atti
di svariati procedimenti giudiziari.
Tornando, però, alla legge in questione, non tutto è perduto.
Come spesso accade, infatti, in Italia le norme sono scritte assai male e
abbisognano di svariate circolari illustrative e decreti attuativi, prima – appunto
– di poter essere attuate senza essere soggette a disparate interpretazioni.
A esempio: la lettera della norma iniziale parla solo di
carte di debito. E quelle di credito? E va bene, inutile cavillare: il POS
funziona ed è lo stesso per entrambe; cambiano le commissioni; ma tanto è
comunque evidente che il corrispettivo finale pagato dal cliente sarebbe necessariamente
aumentato dell’importo do tali commissioni; in caso contrario, un bene o un
servizio che fino al 2013 valeva 100, nel 2014 varrebbe 100 meno X (di
commissione). E, crisi o non crisi, questo semplicemente non è giusto.
Sempre riguardo alla legge sui POS, è la normativa stessa,
poi, che richiede preventivamente la formazione di un decreto attuativo da
parte del Ministero dello Sviluppo Economico, prima di poter entrare
definitivamente in vigore. A oggi, tale matassa è stata dipanata consentendo a
chi non fattura più di 200.000,00 euro di poter soprassedere all’installazione
del POS fino al 30 giugno. Che succederà dal 1° luglio? Chissà…
Insomma, è probabile che chi di dovere, in tutt’altre
faccende politiche affaccendato, non faccia in tempo; e arrivi così a furor di
popolo elettorale, la solita proroga dell’ultimo giorno, inserita all’ultimo
secondo, nell’ultima Gazzetta Ufficiale disponibile, in qualche provvedimento
legislativo dal titolo esemplificativo:
“Misure straordinarie per favorire l’innesto a spacco dei
fagioli rampicanti marengo negli orti dei comuni ad alta densità abitativa e
altre emergenze di carattere nazionale”.
Estote parati!
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