mercoledì 19 marzo 2014

L’evasione si combatte con il POS?



Il POS (acronimo di Point Of Sale, ossia punto di vendita) è quell’aggeggio di plastica oramai ben noto, che gli utenti ricercano spasmodicamente in negozi e ristoranti, ma, nel contempo, un po’ anche temono perché, statistiche alla mano, oltre a un classico 10% di casi in cui “Non c’è linea!”, si aggiunge un ulteriore 5% concernente indecifrabili messaggi di errore che impediscono di effettuare le transazioni, ingenerando cupi pensieri nel proprietario della carta: “Come è possibile? Ho appena pagato la spesa al supermercato. Soldi ce ne dovrebbero essere a sufficienza. Non è che mi hanno clonato la carta?”
Il governo, peraltro, reputa il POS essere uno dei migliori ed efficaci strumenti anti-evasione. E, dopo aver imposto il divieto di effettuare pagamenti per contanti, anche rateali, se l’importo complessivo è pari o superiore a mille euro (e, di fatto, obbligato le banche a ritirare dal commercio le banconote da 200 e 500 euro – che, in effetti, non avevano ab initio ragion d’essere), con il fantasioso – quanto meno nel nome – Decreto Salva Italia ha prescritto che:
“A decorrere dal 1° gennaio 2014, i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito.”
Dunque, rebus sic stantibus, tutti (ma proprio tutti) coloro i quali vendono beni o prestano servizi avrebbero dovuto dotarsi entro il 31 dicembre del 2013 dell’aggeggio infernale.
L’evasione si combatte con il POS?
A noi pare, semmai, il contrario: tutte queste norme, a parte foraggiare le banche (a chi vanno le commissioni su ogni singola transazione?), finiscono a conti fatti solo con l’incentivare l’uso dei contanti e il “nero”.
Non possiamo, oltre tutto, fare a meno di evidenziare quanto segue:
-          Le evasioni che “contano” sono altre (e sono ben conosciute), e sarebbe sicuramente più opportuno indirizzare sforzi normativi e finanziari in tali differenti direzioni.
-          È perlomeno presuntuoso pensare di imporre per legge a tutta la nazione strumenti tecnologici, quando l’Italia è l’ultimo tra i paesi industrializzati ad avere delle strutture che lo consentano: non solo non esiste la banda larga salvo rarissimi luoghi, ma persino le città non sono coperte dal WIFI (figurarsi i paesini di montagna), e anzi spesso non si riesce nemmeno ad “avere campo” per effettuare una semplice telefonata col cellulare, e pure le linee telefoniche non coprono ancora integralmente il territorio. Come diavolo potrebbero mai funzionare i POS? Salvo non si tratti di una norma valevole solo in alcuni comuni. Sarebbe come fare una legge che imponga, che so, di spedire le lettere esclusivamente tramite posta elettronica, facendo finta di non sapere che non tutti hanno un indirizzo mail: prima devi fare in modo che ciascuno abbia la sua mail e poi, semmai, puoi ipotizzare di promulgare un provvedimento simile.
Immaginiamo il ministro dell’economia che si reca in vacanza nella Valle del Bitto, attraversa Polesina (33 abitanti incluso uno sventurato che vende il pane), acquista un paio di rosette e pretende di pagare con la carta di debito:
-          Poche storie: qui non si vende a debito; tiri fuori i soldi se no vado a chiamare il vigile, che è pure sindaco e segretario comunale.
Ovviamente, cari amici di Polesina, absit iniuria verbis; da parte di chi scrive, massimo rispetto verso tutti voi.
Dall’alto del Monte-Olimpo-Citorio, i nostri prepensionati di lusso continuano boriosamente a pretendere di imporre norme a una nazione e a un popolo che non conoscono (o, quanto meno, così dimostrano). Vero è che la lungimiranza e la conoscenza del territorio non sono mai state qualità proprie del legislatore (meglio usare il termine generico, così non diffamiamo nessuno); d’altronde, evidentemente ci sbagliamo: non si tratta di doti fondamentali per chi ricopre tali cariche; ciò che serve è a quanto pare ben altro.
Ciononostante, la domanda sorge spontanea: Cui prodest? Davvero, l’intento della legge è solo quello di combattere l’evasione? E, ammesso e non concesso, che sia così: possibile che per farlo occorra predisporre una normativa che vada ad aumentare gli utili proprio di quelle lobby bancarie che, quanto a evasione, con le loro joint-venture internazionali e quei loro oggetti non meglio identificati chiamate fondazioni, possono insegnare i trucchi del mestiere al mondo intero? Beninteso, non lo diciamo noi, lo riportano gli atti di svariati procedimenti giudiziari.
Tornando, però, alla legge in questione, non tutto è perduto. Come spesso accade, infatti, in Italia le norme sono scritte assai male e abbisognano di svariate circolari illustrative e decreti attuativi, prima – appunto – di poter essere attuate senza essere soggette a disparate interpretazioni.
A esempio: la lettera della norma iniziale parla solo di carte di debito. E quelle di credito? E va bene, inutile cavillare: il POS funziona ed è lo stesso per entrambe; cambiano le commissioni; ma tanto è comunque evidente che il corrispettivo finale pagato dal cliente sarebbe necessariamente aumentato dell’importo do tali commissioni; in caso contrario, un bene o un servizio che fino al 2013 valeva 100, nel 2014 varrebbe 100 meno X (di commissione). E, crisi o non crisi, questo semplicemente non è giusto.
Sempre riguardo alla legge sui POS, è la normativa stessa, poi, che richiede preventivamente la formazione di un decreto attuativo da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, prima di poter entrare definitivamente in vigore. A oggi, tale matassa è stata dipanata consentendo a chi non fattura più di 200.000,00 euro di poter soprassedere all’installazione del POS fino al 30 giugno. Che succederà dal 1° luglio? Chissà…
Insomma, è probabile che chi di dovere, in tutt’altre faccende politiche affaccendato, non faccia in tempo; e arrivi così a furor di popolo elettorale, la solita proroga dell’ultimo giorno, inserita all’ultimo secondo, nell’ultima Gazzetta Ufficiale disponibile, in qualche provvedimento legislativo dal titolo esemplificativo:
“Misure straordinarie per favorire l’innesto a spacco dei fagioli rampicanti marengo negli orti dei comuni ad alta densità abitativa e altre emergenze di carattere nazionale”.
Estote parati!

Nessun commento:

Posta un commento